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Articoli e comunicati
17-07-2017
IN ARRIVO SEI VOLI DIRETTI DA TRIESTE ALLA GRECIA
Intesa in dirittura. Serracchiani annuncia: «Nel 2018 nuove rotte per le isole» Altre trattative in corso per rilanciare lo scalo. Le prospettive infrastrutturali

TRIESTE. La prossima estate il Friuli Venezia Giulia e l’Egeo saranno meno distanti. A congiungere i due estremi dei Balcani, infatti, arriveranno sei nuovi collegamenti dell’aeroporto di Ronchi verso altrettante mete balneari dell’Ellade.

La notizia è trapelata per la prima qualche sera fa, quando la presidente Debora Serracchiani ha parlato al Rotary club di Trieste del rilancio dello scalo aeroportuale. Tra le novità in arrivo elencate dalla presidente, anche «il ritorno l’anno prossimo dei voli per le isole greche».
L’annuncio viene subito confermato dallo scalo. Il direttore generale dell’aeroporto Fvg, Marco Consalvo, è l’uomo dietro alle trattative che hanno consentito di ottenere le nuove rotte. Un risultato che, specifica il diretto interessato, «non è ancora stato siglato ma è davvero dietro l’angolo»: «Stiamo negoziando con una compagnia per creare collegamenti verso sei destinazioni balneari della Grecia - dice -. Le trattative sono ormai prossime alla conclusione»
Vige ancora un prudente riserbo su quali siano le mete, almeno fino a quando l’accordo non sarà chiuso definitivamente: «Possiamo dire che c’è Corfù e che ci sono le località principali - commenta Consalvo -. In ogni caso saranno note molto presto, perché la Grecia è una destinazione per la quale bisogna aprire le prenotazioni molto presto». Trattandosi di una classica destinazione per le vacanze estive, le persone sono abituate a prenotare con ampio anticipo il viaggio.
Altre trattative Nel corso della medesima serata triestina la presidente Serracchiani ha anticipato che Regione e dirigenza dello scalo sono al lavoro per un accordo con un aeroporto «di caratura continentale». Il fine è inserire Ronchi nella rete dei viaggi a lunga percorrenza. «In questo modo il nostro scalo tornerà ad essere intercontinentale», ha detto Serracchiani. Sono in corso inoltre, ha aggiunto, trattative per una nuova linea su Roma, «nel caso in cui Alitalia non faccia il collegamento. Anche perché la compagnia di bandiera è molto costosa e dobbiamo rendere competitiva la rotta».

Il futuro dello scalo La presidente ha poi fatto il punto sul cantiere del polo intermodale: «È il mio cantiere preferito in regione. Il progetto risaliva addirittura al 1988. Abbiamo dovuto rivederlo, perché la stazione ferroviaria di allora non avrebbe avuto una lunghezza sufficiente per i treni odierni».

Una volta conclusa, ha aggiunto, l’opera avra un impatto turistico: «Avremo il collegamento ferroviario diretto dell’aeroporto con Venezia, neanche il Marco Polo ce l’ha». Lo scopo dei lavori, quindi, «non è solo abbellimento»: «Per quanto anche l’estetica abbia la sua importanza. Mi pare che adesso l’aeroporto inizi ad avere una sembianza appropriata. Arrivare in uno scalo che, con tutto il rispetto, non sembra Sofia 1989 è già un passo in avanti».
Il fine è ridare una posizione primaria allo scalo nel sistema infrastrutturale regionale: «In questi giorni si parla tanto di crociere a Trieste, è un tema su cui presto arriveranno delle sorprese - ha detto Serracchiani. Però se parlo di crociere devo sapere che, prima ancora delle ferrovie, devo avere a disposizione un aeroporto da cui far arrivare o partire i passeggeri. È fondamentale. Se quindi il nostro scalo inizia ad avere le rotte charter che servono proprio alle grandi navi, cambia anche il turismo a Trieste. È importante che l’aeroporto funzioni perché torniamo a essere centrali».

Collegamenti ferroviari La presidente ha confermato il ritardo sui lavori di velocizzazione della Venezia-Trieste: «Abbiamo ottenuto che la velocizzazione rientri nel contratto di Rfi, ed è già finanziata con novanta milioni. Finora abbiamo velocizzato la tratta Trieste-Udine, con i primi 30 milioni abbiamo aggiustato le curvature che impedivano ai treni di andare veloci». Ma per il rifacimento completo della linea bisognerà aspettare: «Speravamo di farcela entro il 2018 ma ancora non ci siamo - ha detto Serracchiani -. In un momento in cui gli otto miliardi necessari a una linea ad alta velocità non ci sono, l’obiettivo è ridurre i tempi intervenendo sulla linea esistente».

Una possibilità che costerà un miliardo e ottocento milioni, inclusa la tratta veneta: «Consentirà di percorrere la Trieste-Venezia in un’ora e cinque minuti e la Trieste-Milano in tre ore e qualcosa. Entro quando? Ci vorrà ancora un po’».

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